Eleanor Oliphant sta benissimo – Recensione

Eleanor Oliphant sta benissimo

Eleanor Oliphant sta benissimo di Gail Honeyman: il caso editoriale dell’anno che riesce bene, ma non benissimo.

Pubblicato in trentacinque paesi e per mesi in vetta alle classifiche, Eleanor Oliphant sta benissimo, edito da Garzanti, è stato definito da tutti il fenomeno che ha dato il via ad un nuovo genero letterario.

Non è difficile, dunque, capire per quale motivo io abbia voluto leggerlo e soprattutto avessi delle altissime aspettative.

Aspettative che, purtroppo, non sono state soddisfatte come speravo.

Eleanor Oliphant sta benissimoEleanor Oliphant sta benissimo

Gail Honeyman

Editore: Garzanti ● Pagine: 352 ● Prezzo: 17,90€

Valutazione: ★★★☆☆

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TRAMA
Mi chiamo Eleanor Oliphant e sto bene, anzi: sto benissimo. Non bado agli altri. So che spesso mi fissano, sussurrano, girano la testa quando passo. Forse è perché io dico sempre quello che penso. Ma io sorrido. Ho quasi trent’anni e da nove lavoro nello stesso ufficio. In pausa pranzo faccio le parole crociate. Poi torno a casa e mi prendo cura di Polly, la mia piantina: lei ha bisogno di me, e io non ho bisogno di nient’altro. Perché da sola sto bene. Solo il mercoledì mi inquieta, perché è il giorno in cui arriva la telefonata di mia madre. Mi chiama dalla prigione. Ma non dura molto, perché io non lo permetto. E se me lo chiedete, infatti, io sto bene. Anzi, benissimo. O così credevo, fino a oggi. Perché oggi è successa una cosa nuova.

Recensione

Eleanor Oliphant sta benissimo è un libro che sicuramente non ti aspetti. Un groviglio di emozioni, pensieri e parole. Eleanor non è una protagonista semplice e, forse, è anche per questo che fa fatica ad entrare nel tuo cuore.

Già dalle prime pagine del romanzo notiamo quanto la sua vita sia incasinata e la frase che ripete a se stessa, quasi come un mantra, una menzogna.

Perché Eleanor non sta bene, e nemmeno benissimo. Eleanor pensa di avere tutto: una vita sana ed equilibrata, un lavoro stabile e un carattere forte, ma in realtà non ha nulla di tutto questo. È una ragazza sola, con abitudini malsane, un groviglio di difetti e soprattutto dei fantasmi del passato pronti a farle visita.

Una volta che ti rendi conto di non aver bisogno di nessuno, puoi prenderti cura di te stesso. Il punto è questo: è meglio prendersi cura solo di sé stessi. Non puoi proteggere gli altri, per quanto ci provi.

Eleanor non si prende cura di se stessa, non davvero. Porta con sé delle cicatrici che non sono solamente visibili, come quella che le sfigura il volto, ma profonde e invisibili. È una protagonista scomoda, che critica tutto e tutti, e spesso si erge su un piedistallo che non le appartiene.

Il suo modo di comportarsi però non è fine a se stesso, deriva da avvenimenti del suo passato che l’hanno segnata e cambiata, rendendola una persona arrabbiata, sola e triste.

Ammetto di aver fatto fatica a provare empatia per Eleanor, soprattutto nella prima metà del romanzo, poiché il suo modo di comportarsi, i suoi pensieri spesso cattivi, egoistici e fuori dal mondo, mi irritavano.

Con il passare delle pagine capiamo il motivo che la spinge a comportarsi così e cominciamo a voler bene a Eleanor, come si vuole bene ad un’amica o alla parte più difficile e oscura di noi stessi.

Se qualcuno ti chiede come stai, si aspetta che tu risponda BENE. Non devi dire che la sera prima ti sei addormentata piangendo perché erano due giorni che non parlavi con un’altra persona. Devi dire: BENE.

Perché Eleanor, con il suo flusso di coscienza caotico e senza filtri, ci mette alla prova, ci spinge a riflettere e ad indagare dentro noi stessi. Ci porta ad aprirci al mondo, alle meraviglie e diversità che lo caratterizzano.

Quando ti prendevi un momento per vedere ciò che c’era attorno notavi tutte le piccole cose, ti sentivi… più leggero.

Ed è esattamente per questo che, anche grazie a Raymond, noi iniziamo a conoscere meglio Eleanor e a capire che, nonostante all’apparenza possa apparirci fredda, distaccata ed egoista, è in realtà una donna spezzata che ha solo bisogno di una seconda possibilità e di trovare finalmente la felicità.

Eleanor Oliphant sta benissimo è una storia imperfetta, che a mio avviso ha un finale abbastanza scontato e che non è sicuramente da considerare un capolavoro, con una protagonista danneggiata, ma che è per questo reale come un pugno nello stomaco.

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