La libreria dove tutto è possibile – Recensione

La libreria dove tutto è possibile

 La libreria è un luogo in cui rifugiarsi e ritrovare se stessi, come accade a Loveday Cardew in “La libreria dove tutto è possibile”.

Vi avevo già parlato del romanzo La libreria dove tutto è possibile qualche settimana fa, dopo che la casa editrice Garzanti è stata così gentile da inviarmene una copia digitale. Nella mia anteprima però vi avevo detto di aver letto solamente le prime pagine e dunque di non poter avere una visione completa della storia; ed infatti avevo ragione.

“La libreria dove tutto è possibile” mi ha completamente lasciato senza fiato e parole.

Quando ho letto la trama di questo libro non mi aspettavo assolutamente nulla di simile. Pensavo si trattasse di una semplice storia d’amore nata tra gli scaffali di una vecchia libreria. Pensavo parlasse di una ragazza con sicuramente qualche problema da risolvere ma non immaginavo tutto ciò che è stato. Niente di così intenso, insomma.

Questo romanzo mi ha commosso, emozionato e sorpreso in un modo assolutamente inaspettato, tanto da restare indelebile nel mio cuore e nella mia mente.

la libreriaLa libreria dove tutto è possibile

Stephanie Butland

 Editore: Garzanti ● Pagine: 272 ● Prezzo: 17,90€Valutazione: ★★★★☆

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TRAMA
Nel cuore di York c’è una piccola e fornitissima libreria. È il rifugio preferito della giovane Loveday Cardew. L’unico luogo che sia mai riuscita a chiamare casa. Solo qui si sente al sicuro. Solo qui può prendersi cura dei libri proprio come i libri si prendono cura di lei. Fino al giorno in cui comincia a ricevere misteriosi pacchi ricolmi dei libri con cui è cresciuta, e inizia a pensare che qualcuno stia cercando di mandarle un messaggio. Qualcuno che, forse, la conosce bene e che conosce anche la sua infanzia. Un’infanzia piena di ricordi difficili. Loveday non ha la minima idea di chi possa essere e del motivo per cui il misterioso mittente si ostini a non lasciarla in pace. Sa solo che non può più continuare a nascondersi e a fare finta di niente. Al suo fianco, c’è il brillante e dolcissimo Nathan, poeta in erba, l’unico che sembra conoscere la strada per arrivare al suo cuore.

Recensione

La libreria dove tutto è possibile” è la storia di Loveday Cardew, una ragazza di venticinque anni che lavora in una piccola libreria di York. Molto schiva e riservata, Loveday ritiene i libri i suoi unici migliori amici e si può dire sia proprio così. Del resto, fatta eccezione del suo eccentrico datore di lavoro Archie – che lei considera più uno di famiglia – la ragazza non può vantare molte conoscenze.

Sin dalle prime pagine, è difatti evidente l’indifferenza che lei prova verso il mondo e, al contrario, il suo immenso amore per i libri, di cui porta sulla pelle le frasi più significative per lei. Del suo passato ci viene detto poco o niente, nemmeno la stessa Loveday ama parlarne o pensarci inizialmente, e questo ci fa comprendere quanto alcuni avvenimenti della sua vita abbiano influenzato il suo presente.

La narrazione si snoda su tre linee temporali: il passato remoto della sua infanzia, un passato più recente e il presente.

Inizialmente questi continui salti temporali confondono, ma mentre andiamo avanti riusciamo ad entrare completamente in quella che è la vita della protagonista, soprattutto grazie all’uso della scrittura dell’autrice. Difatti, benché la voce narrante sia sempre Loveday, nelle varie fasi della sua vita notiamo una diversa caratterizzazione del personaggio e dunque un linguaggio differente – più dolce e malinconico nella sua infanzia, più diretto e schietto nel presente-.

Loveday non mente mai a se stessa, parla sempre in modo trasparente con la sua coscienza, non si vergogna di dire quanto sia incasinata la sua testa o quanto stia male nel mondo, nonostante la sua vita sia una continua menzogna. Ma, del resto, non si può fare a meno di comprendere per quale motivo lei si comporti così.

Ciò che ha dovuto affrontare nella sua giovane vita è troppo difficile e Loveday teme che, una volta detta, la verità possa cambiare per sempre la percezione che hanno gli altri di lei.

Così riusciamo ad entrare ancora di più nella mente della protagonista, a comprendere i suoi comportamenti a volte fuori da ogni logica, a provare empatia per lei e a capire che il suo apparente disprezzo per il mondo è, in realtà, solo una maschera ben costruita che ben presto lei stessa dovrà abbandonare.

Sarà infatti nel corso della narrazione che, grazie ad Archie, a Nathan e ad alcuni libri della sua infanzia, Loveday abbasserà tutte le sue difese ed affronterà il suo passato, cambiando in meglio il suo presente e futuro.

Ho rammentato a me stessa che l’inizio e la fine sono due circostanze diverse e che nella vita vera puoi scrivere il tuo finale, comunque siano andate le cose in precedenza.

E per lei questo inizio è stato davvero difficile da accettare e affrontare.

Tanti i temi trattati in questo libro: dalla violenza, alla malattia mentale fino ad arrivare alla morte.

Tematiche potenti, difficili e scomode, ma inserite dall’autrice con competenza e attenzione. A differenza del background del personaggio di Rob, che non ho amato e ho trovato troppo sbrigativo e prevedibile. Come se il suo unico compito fosse quello di scatenare gli eventi presenti.

Altra nota dolente è stato anche il finale che, al contrario dell’intera narrazione, è stato troppo veloce. Non sono, infatti, rimasta particolarmente sorpresa dall’epilogo, nonostante abbia apprezzato il modo in cui si conclude la storia di Loveday.

Non ho gradito nemmeno gli intermezzi poetici inseriti dall’autrice che, secondo me, se la cava di più con la prosa che con la poesia.

Per tutti questi motivi, il mio voto non è di 5 stelline ma è senz’altro positivo. Per merito di tutte le emozioni che questo romanzo è riuscito a regalarmi e perché, anche io come Loveday, ritengo che i libri debbano essere un po’ come degli amici.

E questo libro lo è stato.

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