La via del bosco di Long Litt Woon – Recensione

La via del bosco

La via del bosco di Long Litt Woon: quando i funghi diventano una meravigliosa e inaspettata via per rinascere.

La via del bosco di Long Litt Woon, edito Iperborea, è un libro particolare, a metà tra saggio e romanzo, in cui si alterna la narrazione della vicenda, intima e dolorosa, del lutto al resoconto, acceso e pieno di curiosità, dell’esplorazione del regno dei funghi. Un compendio ricco di nozioni interessanti e riflessioni emozionanti.

La via del boscoLa via del bosco

Una storia di lutto, funghi e rinascita

Long Litt Woon

Editore: Iperborea ● Pagine: 316 ● Prezzo: 15,72€

Valutazione: ★★★★☆

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TRAMA
Per alcuni raccogliere funghi è un rilassante passatempo autunnale. Per Long Litt Woon è una forma di guarigione, un modo per tornare alla vita. Quando l’antropologa malese, da decenni trapiantata a Oslo per amore, perde inaspettatamente il marito Eiolf, la sua esistenza si svuota di ogni significato ed è inghiottita in una bolla di apatia. Ad aprire la prospettiva su una vita nuova e piena è la partecipazione quasi accidentale a un corso di micologia per principianti: la scoperta del mondo dei funghi comincia a risvegliare in lei tutti e cinque i sensi conducendola lentamente su due sentieri paralleli, quello concreto che si snoda tra i profumi e i colori dei boschi norvegesi e il faticoso percorso interiore dell’elaborazione del lutto.

Recensione

L’elaborazione del lutto è una delle cose più difficili da fare e non esiste nessun manuale in grado di aiutarti, soprattutto quando si tratta della morte prematura della persona che ami. Questo è quello che accade a Long Litt Woon, ne La via del bosco, nel momento in cui perde improvvisamente suo marito e con lui tutte le sue certezze.

Questa è la storia di un viaggio cominciato quando la mia vita si è ritrovata capovolta: un giorno Eiolf è andato a lavoro e non è tornato a casa. Non è tornato mai più. La vita, per come la conoscevo io, è sparita di colpo. Il mondo è cambiato per sempre.

Partendo da una sorta di diario personale sull’elaborazione del lutto, l’antropologa malese, naturalizzata norvegese, ci accompagna lungo la via della sua rinascita, spiegando come i funghi le abbiano salvato la vita.

La via del bosco: una storia di funghi, lutto e rinascita.

La via del bosco
Illustrazione presente nel libro.

Ad una prima occhiata può sembrare che non intercorra nessun legame tra i funghi, il lutto e la rinascita, ma basta inoltrarci nella narrazione de La via del bosco per comprendere quanto queste tre tematiche siano, in realtà, l’una dipendente dall’altra.

Affrontare un lutto è qualcosa di estremamente personale ed ogni persona ha i suoi tempi e modi per farlo. Perdere una persona cara può davvero ribaltare la tua intera esistenza e non c’è mai una risposta giusta. Tutto ciò che puoi fare è brancolare nel buio, finché non trovi quella luce in fondo al tunnel in grado di riportarti alla vita.

Luce che per Long Litt Woon è stata l’iscrizione ad un corso di micologia.

La partecipazione a questo corso porta la scrittrice a comprendere quanto il mondo dei funghi sia complesso e assurdamente parallelo con la situazione che sta vivendo e quanto questi piccoli esseri viventi assomiglino all’uomo e al modo che ha di sopravvivere alle avversità.

Man mano che l’universo dei funghi si schiudeva davanti a me, mi rendevo conto che la via del ritorno alla vita era più semplice di quanto credessi.

I funghi hanno un modo unico di adattarsi all’ambiente circostante, tanto da nascere anche in una sola notte nei posti più impensabili: i parchi vicino casa, il cemento e addirittura in giardino. E così come i funghi, anche il ritorno alla vita può essere inaspettato.

Un giorno sei uno straccio e vedi solo il buio assoluto, ma poi il tempo lenisce ogni ferita e riesce a farti assaporare nuovamente ogni cosa che ti circonda.

Guardo fuori dalla finestra e vedo il mondo con occhi nuovi. E voglio farne parte. Dov’è Eilof, ora che il dolore  non occupa tutto lo spazio? È un’orma nel mio cuore.

Un trattato micologico:

La via del bosco
Illustrazione presente all’interno del libro.

La via del bosco però non è solamente un memoir sul lutto, ma anche un trattato micologico appassionato ed interessante. Nel corso della narrazione ci ritroviamo, infatti, immersi a 360 gradi nel caotico mondo dei funghi e impariamo come riconoscerli, studiarli, odorarli e trovarli.

Partendo dalle prime lezioni d’apprendimento a quelle che hanno portato la scrittrice a diventare micologa e perito, scopriamo le manie e i vizi dei fungaioli, le regole da seguire e le abitudini da imparare, o riflettiamo sulle peculiarità nazionali e sui pregiudizi culturali in cui è avvolto il mondo dei funghi.

Riconosciamo i velenosi dai mangerecci, leggiamo come cucinarli – al forno, in padella, arrosto, in conserva – o servirli – da soli, accompagnati da carni e verdure, con crostini di pane o come dessert. Ne studiamo la forma, il colore, la grandezza e l’habitat. Facciamo anche la conoscenza dei cosiddetti innominabili, i funghi magici in grado di dare ebrezza e, per questo, malvisti dagli esperti del settore.

Tutto questo grazie anche alle numerose schede corredate da illustrazioni ed informazioni, curante nei minimi dettagli ed interessanti da approfondire anche per i meno appassionati.

In conclusione, La via del bosco è una narrazione equilibrata ma soprattutto capace di emozionare, facendoci immergere nel senso profondo della vita dopo il lutto: quello di poter ritrovare un segno di coloro che abbiamo perso ovunque intorno a noi. Anche tra il cappello variopinto un fungo.

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