Peter Pan nei Giardini di Kensington.

Peter Pan nei Giardini di Kensington

Peter Pan nei Giardini di Kensington: le origini del bambino che non voleva crescere narrate da J.M Barrie.

Il bambino che non voleva crescere mai, Peter Pan, è una delle figure più famose della cultura di massa, grazie soprattutto alle numerose produzioni di varia natura (film, cartoni animati, fumetti) ispirate all’universo creato da Barrie. Peter Pan nei Giardini di Kensington, edito in questa edizione da Alter Ego Edizioni, è però un lavoro autonomo e molto diverso dalla storia che conosciamo.

Peter Pan nei giardini di KensingtonPeter Pan nei Giardini di Kensington

James Matthew Barrie

Editore: Alter Ego Edizioni ● Collana: Gli Eletti ● Pagine: 110  ● Prezzo: 3,90€

Valutazione: ★★★★☆

TRAMA
Apparso nel 1902 all’interno della raccolta di racconti L’uccellino bianco, presenta per la prima volta la figura di Peter Pan che, appena nato, scappa dalla finestra di casa e volando arriva nei giardini di Kensington. Comune parco di giorno, luogo popolato da fate durante la notte, quello in cui Peter vive, scegliendo così di non voler mai diventare adulto.

Recensione

Non possiamo considerare questo romanzo come un prequel di Peter Pan e Wendy, opera da cui è stato tratto l’immaginario disneyano legato al bambino che non voleva crescere, poiché non ha nulla a che vedere con la storia di Capitan Uncino, i pirati, gli indiani e l’Isola che non c’è.

Ciononostante, questa prima opera può essere considerata una genesi della storia di Peter Pan perché, oltre a presentare per la prima volta il personaggio, fornisce anche una chiara visione delle tematiche care all’autore.

Peter Pan nei Giardini di Kensington: l’origine di un capolavoro.

Peter Pan nei Giardini di Kensington
Peter Pan illustrato da Arthur Rackham

Apparsa per la prima volta in alcuni capitoli de L’uccellino bianco, un romanzo pubblicato da Barrie nel 1902, la storia di Peter Pan nei Giardini di Kensington è ripubblicata con questo nome solamente nel 1906, in seguito al successo dell’opera teatrale Peter Pan, o il ragazzo che non voleva crescere del 1904.

La trama di questo romanzo è sostanzialmente uguale ai capitoli del primo libro: Barrie narra l’arrivo di Peter nei giardini, spiega come il bambino impara a volare e il motivo per cui decide di non tornare più nel mondo degli adulti.

La storia, come possiamo intuire dal titolo, si svolge nei Giardini di Kensington, un luogo che Barrie descrive e conosce molto bene, poiché vi trascorreva gran parte del suo tempo libero. È, difatti, in uno dei tanti momenti trascorsi all’interno del parco che l’autore fa uno degli incontri più importanti della sua vita e quello che ispira la nascita del suo più grande capolavoro.

Mentre stava seduto su una delle panchine dei giardini conobbe per caso i cinque fratelli Davies, George, Jack, Peter, Michael e Nicholas, con cui instaurò subito un profondo legame e passò le sue giornate a giocare e ad immaginare, e di cui si prese cura dopo la morte prematura dei genitori.

Da queste vicende, che hanno profondamente cambiato la vita e carriera di Barrie, è tratto anche il film Neverland – Un sogno per la vita, con protagonista Johnny Depp nei panni dello scrittore.

Peter Pan nei Giardini di Kensington: il mito dell’eterna giovinezza e del giardino come salvezza.

Peter Pan nei giardini di Kensington
Peter illustrato da Arthur Rackham su di un nido di uccello.

Una delle tematiche principali dell’opera, e che poi ritroveremo anche in Peter e Wendy, è quella dell’eterna giovinezza. In questo romanzo Peter ha, infatti, solo sette giorni, un numero non casuale visto che è proprio all’età di sette anni che Barrie perde suo fratello maggiore e deve crescere in fretta per consolare la madre.

Il desiderio di non crescere di Peter, per l’appunto, potrebbe essere una metafora della condizione giovanile dell’autore ma anche della morte prematura. Il volo di Peter dalla finestra per raggiungere i giardini e la conseguente scoperta di essere stato sostituito nel cuore della madre, può simboleggiare in realtà il punto cruciale in cui il protagonista perde la sua vita terrena e rimanere per questo un eterno bambino.

Peter Pan non è quindi umano, ma metà bambino metà uccello (come tutti i neonati secondo Barrie), un vero e proprio fantasma esiliato per sempre dal mondo dei suoi simili e costretto a vagare in un limbo oltre il quale si celano gli orrori dell’età adulta.

Al di là di questa metafora è, comunque, chiara la volontà dell’autore di trasferire nella sua opera tutte le sofferenze provate durante la sua vita nonché il suo immenso amore per i giardini, in cui possiamo riscontrare il mito classico del giardino come salvezza.

I giardini sono come una sorta di mondo parallelo accessibile a pochi, che prende forma solo di notte e si trasforma in un paese magico popolato da fate, uccelli parlanti, piante viventi e creature fantastiche. Nei giardini Peter – come Barrie – vive mille avventure e conosce personaggi con cui fare amicizia.

Peter Pan nei Giardini di Kensington: una favola tragica.

Illustrazione di Arthur Rackham.

Il mondo immaginato da Barrie però, pur essendo pieno di magia, può intrappolare i bambini che vi si recano come ha fatto con Peter, facendo pagare loro un grave prezzo: la propria infanzia e la separazione dai propri affetti.

Da qui il personaggio Peter Pan viene visto anche come l’archetipo dell’infantilismo moderno e della tragedia: un bambino ambiguo e per nulla innocente che, come altri personaggi del libro, presenta sia tratti buoni che cattivi.

Del resto, fu lo stesso Barrie ad esclamare “Non vi traspare il demone che è in Peter” durante l’inaugurazione della statua dedicata all’eterno bambino nei giardini di Kensington, proprio per sottolineare l’immagine che lui aveva voluto delineare del personaggio.

Il Peter di quest’opera è lontano dal bambino beffardo ma buono dell’immaginario disneyano con cui siamo cresciuti e, per questo motivo, ci appare come un personaggio tragico: privato dagli affetti, dimenticato per sempre persino dalla madre e condannato a vivere una vita apparentemente idilliaca per fuggire alla cruda realtà.

Per tutti questi motivi, questo libro non può che scaldarci il cuore e farci provare un forte senso di malinconia, oltre che un estremo dolore per le sorti di Peter Pan. Esattamente come per quelle di Barrie.

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