The Shape of Water – Recensione

the shape of water

The Shape of Water: quando il sogno incontra la realtà.

 

La fiaba di Guillermo del Toro, candidata agli Oscar, emoziona scuotendo testa e cuore.

Che The Shape of Water (in italiano “La forma dell’acqua”) potesse rivelarsi un grande film lo avevo già capito dalla meritata vittoria del Leone d’oro al miglior film alla 74° Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Del resto, Guillermo del Toro è una garanzia sin dai tempi de “La spina del diavolo” (2001) e “Il labirinto del fauno” (2006), dunque non avevo alcun dubbio potesse fare un buonissimo lavoro anche con questa pellicola.

Anche qui, come per i lavori sopracitati, del Toro ci porta nel passato, nello specifico durante la Guerra Fredda.

the shape of waterThe Shape of water, infatti, racconta la storia di Elisa Esposito, una donna affetta da mutismo a causa della recisione delle corde vocali da bambina, che lavora come addetta alle pulizie in un laboratorio governativo americano dove vengono effettuati degli esperimenti atti a contrastare la Russia nel 1962. Elisa vive una vita abitudinaria e solitaria, in compagnia dei suoi due unici amici Zelda e Giles, finché non incontra una creatura dalla quale rimane affascinata. Tra i due nasce ben presto un legame, basato principalmente sul linguaggio dei segni, che stravolgerà completamente la vita di Elisa.

Sebbene il film abbia come punto di partenza una storia classica (già vista in “La bella e la bestia“, “Frankenstein” o “Il mostro della laguna nera“), del Toro riesce ad inserire nuovi elementi, mescolando realtà a finzione in quella che è una fiaba dark contemporanea.

the shape of waterIl contesto storico fornito da del Toro, infatti, oltre ad essere una caratterizzazione accurata degli anni ’60 americani, introduce anche elementi odierni, impossibile da non notare: il razzismo, la sottomissione delle donne, la violenza verso queste ultime, il modo in cui viene vista l’omosessualità o il diverso.

Ogni tema viene reso magistralmente dai protagonisti che non si trovano solo coinvolti in un’avventura fantastica, ma anche nella loro vita da esclusi e incompresi.

Una vita in cui il mostro che devono affrontare è ben diverso da quello che si trova rinchiuso in quel laboratorio.

Gli eroi sono i diversi e il vero mostro il resto dell’umanità, che anziché comprendere e amare preferisce chiudere gli occhi e compiere atti disumani.

Emblematica, a questo riguardo, è la figura del cattivo della storia, il colonnello Strickland, che accecato dalla brama di potere è pronto anche ad uccidere. In contrapposizione con Elisa e la creatura che, invece, sono gli unici a vedere davvero l’essenza dell’anima.

Personaggi che, dunque, costituiscono uno dei punti forti di questa storia, grazie anche all’interpretazione magistrale di tutti gli attori.

Sally Hawkins è meravigliosa e riesce a stregare col solo uso della sua mimica facciale. Richard Jenkins e Octavia Spencer sono due buone spalle, in grado di supportare ma di crearsi anche una propria identità. Ed, infine, Michael Shannon che, come già detto, riesce a calarsi perfettamente nei panni del cattivo, risultando sgradevole e marcio fino al midollo.

the shape of waterAl pari di una prova attoriale da Oscar (non a caso tre attori su quattro hanno ricevuto una candidatura ai tanto acclamati premi), troviamo una composizione artistica e visiva – dalla scenografia, alle musiche o alla fotografia – perfetta, in grado di ricreare quel mondo onirico narrato e di farci immergere completamente in esso.

I colori spenti della fotografia, gli elementi decadenti delle ambientazioni e le musiche delicate sono cruciali e rendono il film una vera ode al cinema d’altri tempi.

Tanti richiami al passato inseriti in modo sapiente: dai vecchi musical, ai film in bianco e nero, ai colossal che hanno fatto sognare. Non a caso, la stessa Elisa vive sopra una sala cinematografica e sogna di ritrovarsi in un’avventura fantastica e romantica, come quella narrata nei film.

In conclusione, The Shape of water è un film che merita le sue tredici nomination agli Oscar e che potrebbe vincerne qualcuna. Perché oltre ad essere un’ode all’arte e ai sognatori, narra una storia d’amore semplice ed in grado di emozionare.

E del resto, cosa dovrebbe essere un film se non arte e sentimenti nel loro stato più puro?

Consigliato! 

9/10

Esiste anche un libro omonimo, se siete interessati potete acquistarlo qui.

Di seguito, il trailer del film:

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE:

Hugh Jackman è “The Greatest Showman” – Recensione [No-Spoiler]

Star Wars: Gli ultimi Jedi – Recensione [No-Spoiler]

IT Film (2017) – Recensione [No-Spoiler]

Manchester by the Sea | Recensione [Spoiler]

 

NOTA BENE:

Sono affiliata ad Amazon dunque, cliccando sui miei link ed acquistando qualsiasi prodotto, percepirò una commissione in buoni spendibili che utilizzerò per comprare materiale per alimentare il blog. Se vuoi sostenermi compra da Amazon attraverso il link sovrastante o questo generico: http://amzn.to/2nSarrs

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.