Twin Peaks: Il Ritorno – Recensione

Twin Peaks: Il Ritorno

Twin Peaks: Il Ritorno, recensione del revival della serie cult degli anni ’90.

«I’ll see you again in 25 years» 

Così ci aveva lasciato Laura Palmer nel ’91 e così abbiamo ripreso i nostri protagonisti, esattamente 25 anni dopo, nel revival Twin Peaks: Il Ritorno che è andato in onda il 21 Maggio su Showtime.

Bentornati a Twin Peaks.

Twin Peaks: Il Ritorno
Kyle Merritt MacLachlan nei panni dell’agente Dale Cooper in una scena della serie.

Serie di culto creata da Mark Frost e David Lynch, vede di nuovo quest’ultimi alla scrittura e regia, e gran parte del cast originale.

Twin Peaks: Il Ritorno è una stagione composta da 18 episodi che Lynch definisce “parti”, per sottolineare la vicinanza stilistica a quella di un lungo film. Infatti questa nuova stagione non può considerarsi un vero e proprio sequel, ma più un film autonomo, con tanti richiami alla serie orginale e al film “Fuoco cammina con me”, ma anche con altrettante novità.

 

Protagonista indiscussa, infatti, non è più solamente la piccola cittadina montana di Twin Peaks, ma anche la Black Lodge (La Loggia Nera) che, da luogo quasi irraggiungibile, qui diventa un vero e proprio punto da cui si diramano gran parte delle storie. Storie, al plurale, perché non abbiamo più un unico filo conduttore, come poteva essere l’omicidio di Laura Palmer, ma più sottotrame, apparentemente distaccate ma, in realtà, strettamente legate tra loro.

Insieme alla Loggia Nera, ritroviamo anche le stesse ambientazioni cupe, oniriche, ansiogene, terrificanti e cariche di immagini sovrannaturali e personaggi inquietanti. Lynch, nonostante le novità registiche e stilistiche, riesce comunque a mantenere l’universo di Twin Peaks come congelato nel tempo, grazie non solo all’utilizzo di colori freddi e quasi sbiaditi che rimandano alle pellicole degli anni ’90, ma anche di effetti speciali datati e dialoghi sempre lunghi e lenti.

L’unicità di Twin Peaks.

Twin Peaks: Il Ritorno
David Lynch in una foto promozionale.

Già nei primi due episodi di Twin Peaks: Il Ritorno, ma soprattutto nel terzo e nel quarto, veniamo catapultati in quello che era il mondo di Twin Peaks, fatto di confusione, stranezze e scene al limite del disturbante.

Infatti, dopo la visione di questi quattro episodi non possiamo fare a meno di porci la solita e martellante domanda: “cosa ho visto?”. Perché Twin Peaks è anche questo, non è un prodotto di facile comprensione, non è per tutti, non è un semplice thriller dove tutti i nodi prima o poi vengono al pettine, è più che altro un universo distaccato da tutto ciò che è o è stato il mondo delle serie TV.

Non è qualcosa di già visto o che si può facilmente collocare in una determinata categoria, è unico, innovativo e visionario nel suo genere, è Lynch ma anche oltre.

Non è il Lynch che conosciamo e abbiamo amato nella serie originale (e in altri suoi lavori), ma al tempo stesso lo è. Ritroviamo il suo tocco geniale ma abbiamo di più. Abbiamo un prodotto senza regole né confini, che non ha paura di osare, risultare spesso crudo e violento, rallentare quando serve e prendersi il suo tempo.

Twin Peaks: Il Ritorno è quindi passato e futuro (come viene sottolineato anche nella serie), un incontro quasi mistico con quello che è stato un oggetto di culto per tutti i fan che, come me, lo hanno amato così tanto.

POTREBBE INTERESSARTI:

X-Files: La premiere shock – Recensione

NOTA BENE:

Sono affiliata ad Amazon dunque, cliccando sui miei link ed acquistando qualsiasi prodotto, percepirò una commissione in buoni spendibili che utilizzerò per comprare materiale per alimentare il blog. Se vuoi sostenermi compra da Amazon attraverso il link sovrastante o generico qui 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.