Chiamami col tuo nome – Recensione

Chiamami col tuo nome

Chiamami col tuo nome, nuovo film di Luca Guadagnino agli Oscar, tratto dal romanzo omonimo di André Aciman.

Non vi è dubbio che, tra i film candidati agli Oscar di quest’anno, Chiamami col tuo nome abbia ricevuto il maggior consenso da parte del pubblico, tanto da divenire un vero e proprio fenomeno mediatico in pochissimo tempo.

Merito forse della scrittura o della storia d’amore narrata, Chiamami col tuo nome si è guadagnato molto presto un posto nell’Olimpo dei film definiti “capolavori” dal pubblico, ma è davvero così?

 

LIBRO

chiamami col tuo nomeChiamami col tuo nome

André Aciman

Editore: Guanda ● Pagine: 256 ● Prezzo:  17,00€

Valutazione: ★★★☆☆

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TRAMA
Vent’anni fa, un’estate in Riviera, una di quelle estati che segnano la vita per sempre. Elio ha diciassette anni, e per lui sono appena iniziate le vacanze nella splendida villa di famiglia nel Ponente ligure. Figlio di un professore universitario, musicista sensibile, decisamente colto per la sua età, il ragazzo aspetta come ogni anno “l’ospite dell’estate, l’ennesima scocciatura”: uno studente in arrivo da New York per lavorare alla sua tesi di post dottorato. Ma Oliver, il giovane americano, conquista tutti con la sua bellezza e i modi disinvolti. Anche Elio ne è irretito. E tra loro nasce un desiderio inesorabile quanto inatteso, vissuto fino in fondo, dalla sofferenza all’estasi.

FILM

chiamami col tuo nomeChiamami col tuo nome

Luca Guadagnino

Attori: Armie Hammer, Timothée Chalamet ●

Durata: 130 Min ● Distribuzione: Warner Bros.

Valutazione: 7/10

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TRAMA
Estate 1983, tra le province di Brescia e Bergamo, Elio Perlman, un diciassettene italoamericano di origine ebraica, vive con i genitori nella loro villa del XVII secolo. Un giorno li raggiunge Oliver, uno studente ventiquattrenne che sta lavorando al dottorato con il padre di Elio, docente universitario. Elio viene immediatamente attratto da questa presenza che si trasformerà in un rapporto che cambierà profondamente la vita del ragazzo.

 

Recensione

Già leggendo le due trame possiamo notare la prima differenza tra libro e film, il primo ambientato in Riviera mentre il secondo nelle province di Brescia e Bergamo. Ciononostante, entrambi offrono una descrizione magica dell’Italia, con ambientazioni da sogno tipiche della nostra terra.

La vera essenza di Chiamami col tuo nome sono i luoghi.

Una scena dal film Chiamami col tuo nome.

Ho infatti amato, in entrambi i casi, la descrizione accurata di una tipica estate italiana, fatta di cose semplici, lunghe giornate, passeggiate tra i campi, momenti familiari e casalinghi, in cui tutto scorre lentamente e tutti se la prendono con calma. Ho assaporato gli odori, i sapori, percepito i rumori di questi luoghi idilliaci in cui è possibile immergersi completamente e perdersi.

L’ambientazione fa, insomma, buona parte del lavoro sia nel libro che nel film, e rende la narrazione più magica, come immersa in un sogno/ricordo.

Non credo, infatti, che la stessa storia ambientata in una grande metropoli avrebbe avuto la stessa risonanza.

Una storia di formazione e sulla scoperta di se stessi.

chiamami col tuo nome
Timothée Chalamet nei panni di Elio in una scena del film.

Un’altra caratteristica che accomuna libro e film è il punto di vista attraverso cui la storia viene narrata che, in entrambi i casi, è sempre quello di Elio. Ma mentre nel film sono riuscita ad apprezzarlo, nel libro l’ho trovato a tratti pesante e insopportabile.

Ritrovarsi nella mente di Elio, durante la lettura del libro, è stato spesso soffocante. Si perde continuamente in troppe descrizioni e in troppi pensieri, e lo stile di scrittura in questo caso non aiuta. Durante le prime pagine mi è sembrato come di essere stata investita da un fiume in piena, in cui la sola cosa che vedevo erano i pensieri sovrapposti di Elio, le sue paure e insicurezze amplificate al limite, molto più che nel film.

Capisco sia una scelta voluta dall’autore, visto che si tratta dei pensieri di un adolescente in preda alle sue prime esperienze sentimentali e sessuali, ma credo che bastasse molto meno per farci entrare nella mente del protagonista, come appunto avviene nel film.

Elio nel libro appare spesso incoerente, viziato ed egoista. Sembra che tutto gli sia dovuto e che non si preoccupi di ferire gli altri, come se le sue paure e i suoi timori fossero le uniche cose che contano. Nel film, invece, l’ho trovato più vero, meno artefatto e più in linea con la sua età e la situazione che sta vivendo.

Tutti abbiamo avuto diciassette anni e tutti sappiamo cosa si prova a quell’età, ma ho sempre apprezzato una certa coerenza nei personaggi, nonostante si tratti di ragazzi giovani, e questa cosa purtroppo nel libro spesso non l’ho trovata.

Amore vs sesso.

Elio e Oliver in una scena del film.

Un’altra grande differenza tra libro e film è la delicatezza con cui vengono narrate le vicende. Il film sembra avere il sapore di un sogno, come se si trovasse lontano anni luce e sospeso nel tempo. Vi è la dolce malinconia di una storia che appare come irreale, ma al tempo stesso così bella da essere ricordata. Vi è molto di non visto, di non detto, le scene sono formate da lunghi silenzi e sguardi carichi di passione.

Il libro, invece, da questo punto di vista è più esplicito ed erotico. Anche le scene viste nel film, le ho trovate molto meno poetiche nel libro, e questa cosa non mi ha fatto apprezzare a pieno la storia d’amore narrata.

Una storia che dovrebbe parlare di un primo amore. Un amore che deve essere passionale ed erotico, ma soprattutto innocente e puro. Ho preferito, per questo motivo, la chiave di lettura che ci ha offerto Guadagnino.

Emblematica è la scena della pesca che nel film assume un significato profondo e puro, come se sottolineasse ancora di più l’unione delle due anime dei nostri protagonisti.

A tal proposito, non ho apprezzato nemmeno il finale del libro, che ho trovato troppo ripetitivo e lungo, mentre ho amato la lunga scena finale inserita nel film, capace di riassumere pagine e pagine di libro con un solo primo piano del protagonista e di lasciare nello spettatore quella sensazione di dolce malinconia di cui parlavo prima.

Invece, sono stata felice di aver ritrovato nel libro il confronto tra Elio ed il padre, che avevo amato guardando il film, e di vedere che in quest’ultimo era stato adattato senza cambiare nemmeno una parola. Credo, infatti, che questa scena sia uno dei punti forti del libro.

In conclusione – per rispondere alla domanda che mi ponevo all’inizio dell’articolo – Chiamami col tuo nome è davvero il capolavoro che tutti declamano? A mio avviso no.

Sia il libro che il film sono due buonissimi prodotti, nonostante io trovi l’adattamento cinematografico superiore all’opera letteraria. Entrambi narrano una storia di formazione, amore e scoperta di se stessi (sia in ambito sessuale/sentimentale che personale). Una storia non sull’amore omosessuale, ma sull’amore universale.

Quel primo amore che tutti abbiamo vissuto, che ci ha straziato il cuore e cambiato radicalmente, ma che nonostante tutto rimarrà per sempre scolpito nella parte più profonda di noi stessi.

Di seguito il trailer italiano del film, ma consiglio la visione in lingua originale:

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