Pet Sematary non è forse il romanzo più famoso del maestro dell’orrore Stephen King, ma è sicuramente quello che può fargli guadagnare quest’appellativo.
Pet Sematary di Stephen King è un romanzo che da sempre mi ripromettevo di leggere ma che non avevo mai il coraggio di affrontare, non solo per la mole ma, soprattutto, per quelli che sono i temi trattati.
Pubblicato nel 1983, riesce ancora oggi ad inquietare e sconvolgere, indagando in modo quasi spaventoso nei recessi della mente umana.
Solo quest’anno ho finalmente deciso di imbarcarmi in quest’avventura e ammetto di non esserne per nulla pentita.
Pet Sematary
Stephen King
Editore: Sperling & Kupfer ● Pagine: 426 ● Prezzo: 10,25€
Valutazione: ★★★★☆
Recensione
Che Stephen King fosse un maestro con le parole lo avevo già sperimentato anni fa con IT e Shining, ma che sapesse inquietare così tanto no. Sebbene, infatti, i due romanzi sopracitati mi abbiano comunque spaventato, mai nulla era riuscito a scuotermi così tanto come Pet Sematary.
Pet Sematary: quando la morte è la vera nemica.
La storia di Louis Creed è di per sé molto semplice e si snoda in rivelazioni anche prevedibili, ma le sensazioni che King riesce a far provare sono a dir poco incredibili e riescono a scuotere l’animo dal profondo, facendo provare un vero e proprio terrore psicologico.
Il tema portante dell’opera è la morte, la più grande delle paure umane.
Essa viene vista attraverso gli occhi di tutti i personaggi, ma soprattutto tramite quelli di Louis, un uomo che per la sua professione è sempre stato abituato a trattare questo evento con razionalità e distacco, ma che verrà lentamente trascinato in un baratro di puro terrore e irrazionalità.
Nel corso della narrazione il lettore sa bene dove le paure di Louis lo condurranno, ma non può fare a meno di provare empatia per il protagonista e chiedersi se al suo posto avrebbe compiuto le medesime azioni.
King riesce, grazie ad un narrazione lineare e alla sua capacità descrittiva, a renderci parte dei pensieri di Louis, immergendoci dapprima nel suo mondo tranquillo, fatto di un’esistenza borghese, un buon lavoro, una bella famiglia e una nuova casa, e poi nell’orrore più puro.
In questo romanzo non è tanto la componente soprannaturale a sconvolgerci ma quella umana. La consapevolezza dell’ineluttabilità della morte ma anche la forza, a volte tragica, dell’amore.
Cosa siamo disposti a fare per coloro che amiamo?
King risponda a questa domanda in modo spaventosamente reale.
Pet Sematary è una lettura che coinvolge a tal punto da diventare necessità. Ti affezioni a Louis e alla sua famiglia, vieni coccolato e a volte terrorizzato dalle storie di Jud Crandall su quella cittadina del Maine, provi tenerezza e paura per il gatto Church, ma soprattutto ti senti impotente e distrutto quando il destino di Louis si intreccia inevitabilmente con la forza primordiale che risiede in quel cimitero.
Lo fai perché quel posto ti prende…le ragioni te le fabbrichi…e ti sembrano ottime…ma soprattutto lo fai perché una volta che sei stato lassù, diventa il tuo posto, ne fai parte…e t’inventi le più belle ragioni del mondo.
E per Louis quelle ragioni diventano la sola cosa che conta, la sola forza per cui vale la pena continuare a lottare e vivere, tanto da scivolare lentamente verso la pazzia più pura e in una condizione peggiore della morte stessa.
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