Le assaggiatrici di Rosella Postorino – Recensione

Le assaggiatrici

Le assaggiatrici di Rosella Postorino, ispirato alle vicende di una vera assaggiatrice di Hitler, è già un successo editoriale.

Le assaggiatrici di Rosella Postorino è un romanzo che ha subito catturato la mia attenzione, probabilmente grazie anche alla massiccia pubblicità di cui ha potuto godere sui social e le piattaforme dedicate ai libri. Frequentando questo ambiente, infatti, mi è capitato di imbattermi in questo titolo svariate volte nei mesi scorsi e di aver subito sentito la curiosità di leggerlo.

Solo in seguito alla recensione della mia cara amica Stefania, di Kekepania’s Reading Cafe, ho però deciso di dargli una possibilità. Premetto subito che, purtroppo, la mia opinione non sarà al 100% positiva, ma procediamo per gradi.

le assaggiatriciLe assaggiatrici

Rosella Postorino

Editore: Feltrinelli ● Pagine: 288 ● Prezzo: 17,00€

Valutazione: ★★☆☆☆

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TRAMA
La prima volta che entra nella stanza in cui consumerà i prossimi pasti, Rosa Sauer è affamata. “Da anni avevamo fame e paura”, dice. Con lei ci sono altre nove donne di Gross-Partsch, un villaggio vicino alla Tana del Lupo, il quartier generale di Hitler nascosto nella foresta. È l’autunno del ’43, Rosa è appena arrivata da Berlino per sfuggire ai bombardamenti ed è ospite dei suoceri mentre Gregor, suo marito, combatte sul fronte russo. Quando le SS ordinano: “Mangiate”, davanti al piatto traboccante è la fame ad avere la meglio; subito dopo, però, prevale la paura: le assaggiatrici devono restare un’ora sotto osservazione, affinché le guardie si accertino che il cibo da servire al Führer non sia avvelenato. Nell’ambiente chiuso della mensa forzata, fra le giovani donne s’intrecciano alleanze, amicizie e rivalità sotterranee.

Recensione

Quando ho iniziato la lettura de Le assaggiatrici di Rosella Postorino, devo essere sincera, mi aspettavo un romanzo storico o che comunque parlasse in maniera approfondita della seconda guerra mondiale e del Nazismo. Durante la lettura, invece, non ho trovato questo tema predominante e la storia di Rosa, forse anche per questo motivo, non è riuscita a coinvolgermi come speravo.

Nelle più di duecento pagine e tre parti in cui è suddiviso il libro, i cenni storici si possono contare sulle dita di una mano e vengono invece accompagnati da temi molto più leggeri e lontani da quelli che il titolo del libro suggerisce.

Uno di questi temi è stato, ad esempio, l’amore. Penso che le storie d’amore principali abbiano avuto troppo spazio all’interno del romanzo, esasperando a volte la lettura che, invece, grazie all’abilità della Postorino ho quasi sempre trovato godibile e limpida.

Le assaggiatrici: romance o storico?

Ho notato un eccessivo sentimentalismo, spesso più vicino ai romanzi rosa che a quelli storici, e una smisurata attenzione a quelli che erano i sentimenti d’amore della protagonista, allontanando il focus da quelli di paura o fragilità.

Per questo motivo, ho trovato il personaggio di Rosa scomodo e difficile da amare. Non sono riuscita ad entrare in empatia con la sua storia, a provare pena per lei, a differenza invece di Elfriede che ho amato sin dalla sua prima scena. Ho trovato Rosa egoista e spesso vittima degli eventi. Non ho visto in lei la forza di combattere, di opporsi alle brutture della vita o la voglia di cambiare il suo destino. L’ho vista come una sopravvissuta che si adegua a ciò che la vita le mette davanti, facendo decidere gli altri per lei, anche fino all’ultimo.

Anche nei confronti della sua storia d’amore, non ho visto Rosa compiere una scelta consapevole. Mi sembrava come se vivesse a metà, lasciandosi trasportare dalla marea. Non ho apprezzato, infatti, nemmeno il suo continuo colpevolizzare gli altri per ciò che le mancava o succedeva nella vita.

Il ritratto di Rosa, ed in generale delle altre assaggiatrici, non sempre mi è piaciuto. Spesso ho pensato che tutte loro dessero troppa importanza a bisogni secondari e non a quello primario della sopravvivenza. Inoltre, alcune scene mi sembravano anacronistiche e, soprattutto nell’ultima parte, superflue.

E forse il motivo di queste mie impressioni è da ricondurre alla mancanza di approfondimento storico di cui parlavo prima. Un libro che ha come titolo “Le Assaggiatrici”, a mio avviso, dovrebbe parlare di come le protagoniste affrontano questo difficile compito, dedicare molti più capitoli ai loro periodi trascorsi nella mensa, ad Hitler e alla guerra.

Le assaggiatrici: un libro non privo di difetti, ma piacevole.

Nonostante questi difetti, il libro è piacevole da leggere.

La scrittura della Postorino, tralasciando un iniziale smarrimento, mi ha coinvolto e trasportato facilmente nella storia di Rosa. I – sebbene pochi – cenni storici sono davvero curati, approfonditi ed interessanti da leggere. La storia di Elfriede mi ha catturato sin da subito, sorprendendomi poi verso la fine. Ed ho apprezzato anche alcuni personaggi secondari, come la baronessa e i suoceri di Rosa.

In generale, escludendo la parentesi sentimentale, la seconda parte del romanzo è stata la mia preferita. Sia i cenni dedicati alla guerra che le tante scene riguardanti le assaggiatrici mi hanno coinvolto e tenuto col fiato sospeso. Ed infatti avrei preferito un epilogo dopo questi eventi, escludendo la parte finale.

In conclusione, Le assaggiatrici di Rosella Postorino è un libro ben scritto, che riesce nell’obiettivo di raccontare una storia vera, difficile e a tratti anche scomoda, ma che a mio avviso avrebbe potuto fare di più.

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