Dawson’s Creek: Un attore non ha amato il finale

Un attore veterano di Dawson’s Creek ha un problema con il finale, e no, non stiamo parlando della scelta di uccidere Jen. 

Era semplicemente conveniente. Del tipo “inseriamo questo alla trama!”

Mary-Margaret Humes che ha interpretato Gale Leery, la madre di Dawson nello show, ha rivelato a Digital Spy di non essere stata d’accordo con la decisione di far risposare il suo personaggio nel finale.

Gale è stata sposata con il padre di Dawson, Mitch (John Wesley Shipp), fino alla tragica morte di quest’ultimo nella quinta stagione, e la Humes insiste nel dire che il suo personaggio non sarebbe andato avanti così velocemente.

Non c’era nessun uomo dopo Mitch. Era semplicemente conveniente per loro dire “Oh, Gale si sposerà e vivrà per sempre felice e contenta.” Ma no, no… Mitch era l’amore della sua vita.

Dawson's CreekSebbene l’identità dello sposo non è mai stata rivelata, la banda del Creek è stata vista partecipare al matrimonio di Gale nel finale dello show nel 2003. Ma secondo la Humes:

Non c’era davvero possibilità di sostituire Mitch nel cuore di Gale. Era semplicemente conveniente, sai, del tipo “leghiamo quella trama in cui la madre si sposa felicemente e per sempre.”

Nonostante le sue riserve su dove è finito il suo personaggio, la Humes è ancora orgogliosa di aver fatto parte di Dawson’s Creek.

Era un punto di riferimento per gli adolescenti e ha fatto diventare la [rete] WB uno dei maggiori network. E ha cambiato vite, voglio dire, ha lanciato carriere. Guarda Michelle [Williams], Katie [Holmes] e Joshua [Jackson]. Guarda dove sono adesso questi ragazzi, ed io ero lì quando sono diventati delle celebrità.

Dawson's Creek

La serie è ora disponibile sul canale streaming inglese All4, e la Humes spera che questo la faccia conoscere anche nel 2017.

C’era qualcosa di speciale in Dawson’s Creek, perché era prima di internet, prima dei cellulari, quando i ragazzi si guardavano negli occhi e parlavano tra loro. E ora invece di guardarsi negli occhi stanno guardando i loro cellulari, e mandando messaggi. È un’era perduta e mi piacerebbe che i ragazzi si ricollegassero con quello.

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