Fiabe Faroesi di Iperborea – Recensione

fiabe faroesi

Fiabe Faroesi: storie di orchesse, troll, orfani e animali parlanti raccolte, per la prima volta in Italia, da Iperborea.

A più di un anno dalla lettura e recensione di Fiabe Islandesi, ritorno sul blog con un’altra collaborazione con Iperborea, portandovi le Fiabe Faroesi, un nuovo volume delle Fiabe Nordiche dedicato stavolta alle isole Faroe e tradotto da Luca Taglianetti.

fiabe faroesiFiabe Faroesi

Editore: Iperborea ● Pagine: 160● Prezzo: 13,60€

Valutazione: ★★★☆☆

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TRAMA
Un’antologia che raccoglie le più antiche fiabe tramandate e pubblicate per la prima volta in Italia. Storie di orchesse che catturano i bambini e di troll a sette teste che rapiscono principesse, di giovani orfani o incompresi che superano ogni prova di astuzia, coraggio e generosità, meritando l’aiuto di animali fatati che ribaltano le loro sorti. Storie di sirene incantatrici, giganti del mare, regni degli abissi e isole abitate da leoni, ispirate dall’oceano che con i suoi imprevisti e misteri circonda il piccolo arcipelago delle Faroe. Raccontate per secoli attorno al focolare nelle lunghe sere d’inverno, queste fiabe brillano spesso di un’originalità autoctona. 

 

Recensione

Fiabe faroesi

A metà strada tra l’Islanda e la Norvegia, situato al largo delle coste settentrionali dell’Europa, troviamo l’arcipelago delle Isole Fær Øer. Un luogo primitivo in cui la realtà si confonde spesso con la fantasia.

Tra cascate che si tuffano sul mare, scogliere scoscese, fiordi, una natura incontaminata e una fauna selvaggia, sorgono pochissimi villaggi. Qui, gli abitanti hanno sempre vissuto una vita ritirata, tramandando per secoli racconti orali attraverso le kvøldsetur (le sedute serali).

Durante le lunghe notti d’inverno, difatti, le famiglie faroesi erano solite riunirsi dinnanzi al fuoco ad ascoltare i più anziani raccontare di troll, principesse, giganti e antichi canti eroici. Spesso toccava agli uomini narrare le leggende locali, mentre alle donne, non sposate e non scolarizzate, le fiabe.

Per molti anni le kvøldsetur furono l’unico mezzo di trasmissione culturale. Una cultura accessibile a tutti, non solo dal punto di vista dello stile breve, conciso e grezzo, ma anche delle tematiche. In questi racconti, infatti, l’elemento magico – a differenza di altri paesi nordici – era meno rilevante e si dava spazio a scene di vita vera, in cui gente comune sfidava la sorte con coraggio, stupidità, astuzia o arroganza.

Fiabe magiche.

Tra le fiabe con protagonista la magia possiamo ricordare La strega che mise il ragazzo all’ingrasso ovvero La casa delle frittelle, che ricorda molto la fiaba Hänsel e Gretel dei Fratelli Grimm, o quella di Ceneraccio o La figlia di Cornacchia, che assomigliano vagamente a Cenerentola.

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Illustrazioni di Lorenzo Fossati

Altro tipo di fiabe erano invece quelle in cui intervenivano i supernatural helpers, animali parlanti – spesso principi e principesse stregati da un sortilegio – che per liberarsi aiutavano gli sventurati protagonisti in cambio di un sacrificio. Tra queste fiabe bisogna citare sicuramente I sette cigni – fiaba ripresa anche da Andersen e dai Fratelli Grimm – e Fiuto.

Non mancano poi le Fiabe con al loro interno la presenza di una contaminazione da altre culture, come Il gigante e Lokki, in cui quest’ultimo ha mantenuto non solo il nome ma anche le caratteristiche da imbroglione della divinità norrena Loki.

In tutte queste fiabe però, nonostante le diversità, si ripetono ciclicamente sempre gli stessi elementi: tre prove da seguire, un protagonista sventurato – di solito il minore dei fratelli o quello più disprezzato – destinato ad elevarsi sposando principi o principesse, mutazioni umane e, in minor parte,  l’elemento magico – streghe, orchi e giganti cattivi da sconfiggere-.

In conclusione, tra elementi tipici della tradizione nordica, contaminazioni e riferimenti alla vita nelle isole, le Fiabe Faroesi sono la rappresentazione perfetta di questo luogo remoto, apparentemente inospitale, ma in grado di celare e regalare inimmaginabili bellezze.

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