L’attacco dei giganti: il gran finale dell’anime di Hajime Isayama.

attacco dei giganti

L’attacco dei giganti, con il suo gran finale dopo dieci anni, lascia un’impronta indelebile nel mondo dell’animazione giapponese e ne ridefinisce per sempre il genere.

Dopo un’attesa di dieci anni piena di supposizioni, il tanto sospirato episodio finale de L’attacco dei giganti (Shingeki no kyojin) è finalmente arrivato.

Trasmesso al momento solo su Crunchyroll, la piattaforma di streaming dedicata ai prodotti orientali, il finale dona ai fan una chiusura coerente ed appagante, in linea con quella dell’omonimo manga, capace anche di offrire numerosi colpi di scena e sciogliere finalmente alcuni nodi narrativi.

L’attacco dei giganti: un’opera senza precedenti.

attacco dei giganti
Immagine promozionale di Shingeki no kyojin

Creato dal geniale Hajime Isayama, Shingeki no Kyojin è un anime/manga di genere dark fantasy ambientato in un mondo post-apocalittico in cui gli umani sono minacciati dai Giganti, creature enormi che attaccano e divorano senza un motivo apparente.

La presenza costante della minaccia dei Giganti ha portato a una società chiusa e oppressiva, in cui la libertà è un lusso che pochi possono permettersi. Per difendersi da questi terribili nemici, infatti, l’umanità superstite si è rifugiata all’interno di tre possenti mura concentriche e ha creato tre ordini militari. Le tre mura, chiamate rispettivamente Maria, Rose e Sina, creano una gerarchia sociale in cui coloro che vivono nei territori più interni godono di più privilegi e una vita relativamente tranquilla, mentre quelli che abitano nelle aree più esterne, come la città di Shiganshina, sono costantemente esposti al pericolo.

La storia, partendo proprio da questa città, ha inizio quando un Gigante infrange la cinta esterna delle mura, costringendo gli abitanti a cercare rifugio e a difendersi. Tra di loro troviamo anche i tre protagonisti: Eren Jaeger, Mikasa Ackermann e Armin Arlelt.

Uno dei tratti distintivi de L’attacco dei giganti è sicuramente la sua trama complessa e ben sviluppata, ricca di colpi di scena che tengono con il fiato sospeso. Man mano che la storia si sviluppa, vengono rivelati dettagli sorprendenti sul mondo dei Giganti, mentre i personaggi affrontano sfide personali, conflitti morali e scoperte straordinarie, trattando tematiche universali come la sopravvivenza, la disperazione, la corruzione del potere e la ricerca dell’identità in un mondo dominato dalla paura e dalla guerra.

Eren Jaeger: eroe o antieroe?

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Eren Jaeger in un`immagine promozionale dell`anime

Possiamo certamente affermare quanto Eren Jaeger sia il vero protagonista della storia, il punto focale da cui si dipana l’intera trama e il destino di tutti gli altri personaggi.

Sebbene all’inizio della storia, infatti, Eren sembri avere tutti i tratti del tipico eroe di uno shōnen, svolgendo il ruolo di un outsider afflitto da un forte desiderio di vendetta contro i Giganti, nel corso della narrazione assume diverse facce, fino a trasformarsi nell’antieroe che nessuno era in grado di prevedere.

Eren ci viene presentato come un ragazzino pieno di rabbia e ossessione di vendetta, ma con un barlume di speranza e determinazione che lo rendono un leader coraggioso e altruista, capace non solo di essere un semplice soldato ma anche il vero volto della resistenza e della libertà. Le numerose difficoltà e situazioni che affronta, mettono però alla prova la sua moralità e le sue convinzioni, portandolo a scontrarsi spesso con la complessità della guerra e la domanda su cosa sia veramente giusto o sbagliato. Questo rivoluziona le carte in tavola, portando alla sua evoluzione e al ribaltamento non solo delle sue convinzioni ma anche della sua immagine agli occhi del pubblico.

Da semplice eroe, destinato a salvare l’umanità, Eren si trasforma in un personaggio complesso, impossibile da tratteggiare, con una personalità intricata, imprevedibile e oscura che si pone esattamente al centro di quelli che possiamo definire eroe e antieroe, un ibrido pieno di ombre e contraddizioni. Il prodotto di una guerra che non lascia spazio al libero arbitrio ed in cui tutto era già destinato ad avversarsi.

Un finale dal sapore dolceamaro.

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 Un`immagine promozionale dell`anime

Questo conduce inevitabilmente ad un finale dal sapore dolceamaro, che stravolge intenzionalmente le convenzioni tipiche degli anime e la dicotomia inziale di bene e male.

Se, infatti, all’inizio gli umani lottavano per la propria sopravvivenza contro i giganti, negli eventi finali questa distinzione sfuma gradualmente, redendo i confini sempre più labili e ridimensionando lo stesso concetto di nemico.

La vera minaccia diventa – o in realtà è sempre stata – il ciclo infinito di odio e vendetta che si perpetua tra le varie fazioni umane. Un ciclo che sembra non avere fine e che, nella mente di Eren, può concludersi solamente con altra morte e distruzione. Una visione forse pessimistica e apocalittica della storia, ma assolutamente in linea con la narrazione che l’autore ha sempre delineato.

Sin dalle prime scene dell’anime, a muovere le azioni dei personaggi era il desiderio di libertà. Libertà dalla minaccia dei giganti, dalle mura in cui erano rinchiusi, da un mondo che per secoli aveva conosciuto solo guerra e sofferenze. Ma è proprio questo desiderio che, nel finale, conduce tutti in un modo o nell’altro alla schiavitù. Ad autodistruggersi e a combattersi a vicenda, in una sorta di catarsi che possa restituire all’umanità una seconda possibilità. Forse non completamente libera dall’ombra della guerra e dal pesante fardello del passato, ma sicuramente libera di scegliere il proprio destino.

Un destino che, con questo atto finale, Hajime Isayama ci ricorda appartenere anche al nostro passato e alla nostra contemporaneità, dimostrandoci che la realtà non è mai così facile come sembra e che non esistono fazioni quando si combatte per lo stesso desidero di libertà.

GUARDA IL TRAILER:

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