Sulla strada di Jack Kerouac, considerato il manifesto letterario della beat generation, è ancora oggi un cult intramontabile.
La scorsa estate ho avuto il piacere di leggere finalmente Sulla strada di Jack Kerouac come seconda tappa del Literati BookClub, il club del libro organizzato insieme a Kekepania’s Reading Cafe, e nonostante ve ne abbia già parlato in un wrap up solo ora trovo il tempo di dedicarmi ad una recensione.
Ammetto di provare un timore reverenziale nei confronti di quest’opera, vista l’importanza che ha avuto e ha tutt’ora nella letteratura del XX secolo, ma proverò comunque a farne un’analisi quanto più completa e oggettiva.
Sulla strada
Jack Kerouac
Valutazione: ★★★★☆
Recensione
Sulla strada è un romanzo autobiografico, scritto da Jack Kerouac nel 1951, basato sui viaggi in automobile per gli Stati Uniti che lo scrittore compì insieme all’amico Neal Cassady.
Pubblicato, dopo una serie di rifiuti, nel 1957, il libro divenne sin da subito il manifesto della Beat Generation, termine usato per caratterizzare un movimento giovanile anticonformista che trovò espressione in campo letterario, artistico e poetico a partire dagli anni ’50.
«La Beat Generation è un gruppo di bambini all’angolo della strada che parlano della fine del mondo»
La beat nacque, infatti, come contestazione giovanile alla guerra e ad ogni forma di discriminazione o razzismo, criticando lo stile di vita borghese americano ed i valori del capitalismo. Gli elementi centrali del movimento furono la libertà, intesa anche come indipendenza dalle norme imposte, la sperimentazione in ambito sessuale e delle sostanze stupefacenti, e l’interesse per la religione orientale.
Il termine beat, difatti, si può tradurre con molteplici significati.
Può significare beatitudine, intesa come la salvezza tipica delle religioni zen o più comunemente l’estasi provocata da alcol, droghe e sesso. Si può riferire al termine battuto, per indicare l’abbattimento degli schemi imposti dalla società. Oppure può essere tradotto come ritmo, riferito sia alla musica jazz che alla cadenza dei versi poetici.
Kerouac fu il creatore nonché esponente maggiore di questo movimento, propugnando e praticando personalmente lo stile di vita della beat ed esponendolo in Sulla strada.
«Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati»
«Dove andiamo?»
«Non lo so, ma dobbiamo andare».»
Il romanzo è, dunque, la storia di un viaggio, intenso sia in senso letterale che metaforico. Un viaggio, attraverso gli Stati Uniti, alla scoperta della propria identità, alla ricerca della libertà ed indipendenza.
I due amici Sal Paradise (sotto le cui spoglie si cela Kerouac stesso) e Dean Moriarty (che rappresenta invece l’amico Neal Cassady), insieme ad un gruppo eterogeneo di conoscenti, affrontano un viaggio di intense esperienze, abbandonando la società ed abbracciando tutti i piaceri di una “vita sulla strada”.
È infatti la strada la vera protagonista del romanzo, il deus ex machina che muove i fili dei due personaggi come fossero burattini, portandoli a confrontarsi con nuove realtà, a mettersi in gioco, a sbagliare e ad abbandonarsi ai piaceri di droga e sesso con l’obiettivo di elevarsi, di toccare un pezzetto di eternità e sentirsi vivi.
Le nostre valigie logore stavano di nuovo ammucchiate sul marciapiede; avevano altro e più lungo cammino da percorrere. Ma non importa, la strada è vita.
E questo viaggio, questa esistenza senza radici e in costante fuga, viene resa stilisticamente da Kerouac attraverso l’utilizzo di una prosa ritmata che, come farebbe una melodia jazz, segue gli spostamenti dei due protagonisti.
Uno stile ritmato, frenetico e coinvolgente, fatto di discorsi diretti e spesso in gergo, che appare più come un flusso continuo di pensieri, attraverso il quale l’autore ci rende partecipi di tutto ciò che la sua mente – spesso assuefatta dalle droghe – è in grado di registrare. Descrizioni dei paesaggi naturali e urbani in cui si ritrova, delle persone che conosce, delle esperienze che lo cambiano, dal Texas, alla California, al Colorado e tanti altri, fino ad arrivare in Messico.
Non sapevo dove tutto questo ci avrebbe portato, né me ne importava.
Sulla strada è il viaggio di una gioventù bruciata alla continua ricerca di qualcosa di introvabile, che si concretizza sempre e solo nell’atto della fuga stessa. L’incontro di due anime affini che, nonostante tutto, non riescono mai a separarsi o a staccarsi dalla strada.
Un’esperienza che da personale diventa universale, coinvolgendo i lettori nella stessa angoscia esistenziale e solitudine incolmabile provata dall’autore.
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NOTA BENE:
Recensione, a mio parere, ottima e completa. Da amante di Kerouac, l’ho apprezzata tantissimo!
In più, sono contenta che il libro ti sia piaciuto! È uno di quei che romanzi che o si ama (nonostante i difetti) o si odia. Spacca sempre i lettori in due fazioni.
Ti consiglio di leggere Howl di Ginsberg, oltre che vederne il film con James Franco!
Ti ringrazio, sono felice che sia piaciuta la mia analisi. Sicuramente leggerò anche Howl, ho la curiosità di recuperarlo da quando lo vidi leggere a Jess in Gilmore Girls. E poi recupererò anche il film!